La vena marginale è un vaso anomalo sito sulla faccia laterale dell’arto inferiore, residuo di un mancato processo di riassorbimento di un vaso embrionale. Vaso anomalo poco noto e poco considerato, è stato definito dal noto chirurgo vascolare tedesco Jörg Vollmar «la vena dimenticata degli angiologi».
A volte può provocare disturbi da stasi venosa per la sua avalvulia; in altri casi può condizionare una dismetria degli arti, dovuta a uno stimolo o inibizione della crescita dell’arto interessato. Tuttavia, ad eccezione di questi disturbi, non manifesti in tutti i casi, la vena marginale è spesso considerata non particolarmente dannosa per il paziente per cui molto spesso non viene trattata.
Ancora nel congresso mondiale di ISSVA, la società internazionale per lo studio delle anomalie vascolari, tenutosi a Montreal nel 2000, alcuni fra i maggiori esperti di malformazioni vascolari sostenevano che la vena marginale non richiede trattamenti perché innocua.
In seguito però sono comparsi report che indicano che la vena marginale può essere una sorgente pericolosa di embolie polmonari. Le sue particolari caratteristiche anatomiche, come la assenza di valvole, il calibro spesso notevole e, in particolare, la presenza di perforanti molto voluminose che comunicano direttamente con il circolo venoso profondo, rendono più facile questa pericolosa complicanza. E`probabile che l’origine dell’embolia spesso non venga riconosciuta perché l’ecodoppler diagnostico non sempre viene effettuato anche sulla faccia laterale dell’arto. Questo comporta una sottostima del fenomeno.
Un interessante studio del gruppo di Pamplona (Rodriguez-Maniero et al. Arch Dermatol 2010, 146(12): 1347-52) su 32 pazienti affetti da malformazioni venose estese ha dimostrato che da queste possono originare anche embolie polmonari ripetute, misconosciute perché di entità modesta. Il ripetersi degli episodi può portare a un danno cronico con ipertensione polmonare.
Nello studio in oggetto, la pressione polmonare nei pazienti affetti da malformazioni vascolari estese era più del doppio di quella di un gruppo di controllo di pazienti sani. Esisteva una correlazione fra il livello di D-dimero, segno di fenomeni trombotici nel contesto delle malformazioni venose, e l’innalzamento della pressione polmonare.
Lo studio citato, pur non essendo specifico per la vena marginale, come pure le segnalazioni sugli episodi di embolia polmonare a origine dalla vena marginale, dovrebbero modificare la diffusa tendenza conservativa.
In quest’ultimo anno ho visto due pazienti affetti da vena marginale che hanno dovuto rinviare l’intervento di asportazione del vaso anomalo per insorgenza di embolia polmonare grave. Se si considera che il trattamento di asportazione è generalmente assai semplice, tranne in alcuni casi particolari, non trova giustificazione lasciare in sede un vaso potenzialmente pericoloso.
Scritto da Raul Ettore Mattassi